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Diomede, la dea Atena e… il Gargano. Ci sarebbero gli
antichi Greci e la colonizzazione della Puglia dietro la fioritura
dell’olivicoltura sul promontorio garganico. E’ qui che s’intrecciano leggende,
racconti e tradizioni tramandate dalla popolazione locale che trovano origine
nell’arrivo di Diomede, eroe greco della guerra di Troia, che approdò su queste
coste e strinse rapporti di alleanza con l'antica popolazione daunia stanziata in
piccoli villaggi nella Puglia settentrionale. Tracce presunte del suo arrivo si
registrano alle Isole Tremiti, dove si troverebbe la sua tomba, nel Tavoliere e
sul Gargano.
L'eroe godeva della protezione di Atena, la dea che aveva donato l'olivo ai
greci. E un riferimento a Diomede è emerso dagli scavi condotti nella immensa necropoli
di Monte Pucci, a Calenella, in territorio di Vico del Gargano. E’ qui che gli
archeologi hanno portato alla luce un sigillo d'oro di epoca romana
impreziosito da un'agata blu, su cui è incisa un'immagine riconducibile a
Diomede che stringe in mano il Palladio, l'immagine sacra di Atena. Il sigillo,
custodito nel Museo di Vico del Gargano, rappresenta il primo ritrovamento nel
Gargano di una effige dell'eroe greco e il suo legame con Atena e l’Olivo. E
nella foto che pubblichiamo – è rappresentata un’incisione di quel periodo – si
evince come il metodo di raccolta dell’ogliarola non sia così lontano dalle
nostre attuali procedure.
Furono poi i Romani a incentivare (giunti sul Gargano nella seconda metà del IV secolo a.C.) il commercio
dell’olio e del vino realizzando importanti centri costieri come “Merinum”
(l’attuale Vieste) destinati a controllare i commerci marittimi tra Occidente e
Oriente. Nel Medio Evo la produzione olearia si strinse ancora più intorno ai
nuclei urbani e divenne un'attività primaria per gli abitanti di quest’area del
Gargano. In questo momento storico l’olio extra vergine di
oliva veniva utilizzato sia nelle sue specialità gastronomiche più
caratteristiche sia come farmaco utilizzato nella medicina popolare o per cure
estetiche. Era ormai parte integrante della nostra cultura.